La bomba esplose domenica 15 agosto, festa dell’Assunta. A Tetti fervevano i preparativi per la processione, che sarebbe partita dall’edicola della Madonna posta in località le Susina, avrebbe fatto il giro dal Poggetto a Case Mattei a Case Bartoli a Tetti Bassi per arrivare poi in piazza e infine alla chiesa parrocchiale, dove don Tadeusz e don Carlo avrebbero celebrato la Messa grande. Le donne esponevano alle finestre tappeti e stendardi ricamati, sistemavano al meglio possibile i vasi dei gerani e delle ortensie, i vecchi sistemavano le sedie lungo il percorso della processione, il coro provava per l’ultima volta Mira il tuo popolo, una canzone antica ma ancora tanto bella, nessuno rimpiangeva le schitarrate di Pellegrinando nel deserto. Saverio e Valentina, lui in jeans e maglietta Lacoste celeste, lei elegante in un completo gonna-camicetta a fiorellini, i bambini ben pettinati, si preparavano ad andare in paese.  Ornella era su già dalla mattina, aveva promesso di dare una mano alla preparazione dell’impasto dei bomboloni, che sarebbero stati venduti in appositi banchetti all’uscita della Messa. Martina e Cosimo aspettarono il passaggio della processione al Poggetto e si accodarono. Il maresciallo Borghi, preso da una premura inspiegabile, decise di fare irruzione in paese proprio nel bel mezzo della festa e sguinzagliò i suoi carabinieri nei punti strategici, per impedire eventuali fughe. Anche Leo, Elisa, Siddharta  e Renato erano venuti per la festa e avevano allestito punti vendita per i loro prodotti. Solo Maicol, Johnny, Sandra e Neri mancavano all’appello: erano completamente strafatti dopo i bagordi notturni e dormivano nella mansarda, in casa dei nonni di Maicol. Quando la processione fu in piazza, mentre si avviava verso la chiesa, e la piazza era piena di gente all’inverosimile, Giada, che seguiva il passaggio dei fedeli da una posizione laterale, circondata da tutti i membri della sua famiglia, vide Cosimo passare e lanciò un grido: il bimbo sentì chiamare il suo nome, si voltò, la vide e uscì dalla processione, avvicinandosi. Iniziò subito un balletto festoso di riconoscimento tra i due amichetti mentre Saverio, Martina, Valentina e Ornella si guardavano l’un l’altro, con diverse espressioni in volto, sgomenta quella del Save, determinata quella di Martina, preoccupata quella di Vale, sorridente quella di Ornella che salutò la giovane amica e fece per presentarla a figlia e genero.

«Questa è Martina, di cui vi ho parlato, l’ho incontrata nelle mie passeggiate nei boschi con Giada, e questo è Cosimo, un bambino davvero delizioso, oh, ma voi vi conoscete già?»

«Ehm», fece Saverio, cui la gola improvvisamente secca rendeva difficile pronunciare parole comprensibili, «ehm. Io e Martina ci siamo conosciuti qualche anno fa, quando lei giocava a basket nel Pontelungo, una squadra che ho seguito per la cronaca sportiva…»

Una replica a “La bomba Estratto dal romanzo L’ultimo dei Santi (Tarka, 2019) by Marisa Salabelle”

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