Senza una lacrima

(Per Elisabetta)

O libro di carne e storia di vita,
Sarai deportata, figlia, Poesia mia,
In candide e cartacee fasce
Senza che io possa aver modo
Né luogo né tempo né voglia d’arrendermi
Di lottare, in questo lager
Di versare una sola lacrima per te


[ BlogLink : Supera ]

2 risposte a “Elena Ferrari – Senza una lacrima”

  1. Mi fa paura! Le scelte letterarie ‘terroristiche’ andrebbero limitate a casi estremi, mi vien da ribattere. Quando mai la poesia può implicare conseguenze e situazioni di violenza esistenziale di tale incidenza? C’è un poeta in lager? Ombre di poetesse russe, iraniane o d’Albania? Ma perché questa condanna tracciata dall’autore-provvidenza, (così poco manzoniano peraltro), nei confronti di una dimensione che è comunque femminile? La poesiA, la figliA – e perdipiù una profezia di sciagura che traccia la disfatta con certezza…devo però dire che si imprime nell’immaginario, almeno con la forza mnestica di una canzonetta ….mi costringe a ribattere ‘rubando’ Campana…o Campanella?

    Una canzonetta volgaruccia era morta E mi aveva lasciato il cuore nel dolore E me ne andavo errando senz’amore Lasciando il cuore mio di porta in porta ( La sera di fiera di Campana…

    • ed insisto a non maiuscolare americanamente tutto il titolo…)

    Silvia Goi

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    1. Personalmente la parola “terroristiche” non la userei mai in riferimento alle parole di una poesia, e tantomeno quando una poesia è così vera, intima, sofferta intrisa di realtà come quella di Elena, e per la persona che è Elena. Forse dunque la vita è “terroristica”? Può essere, non sono così saggio da escluderlo, e se lo fosse, mettiamo il caso, rappresentarla è “terrostico”? Non sono così saggio, ma su questo non ho alcun dubbio. No.
      Leggere più poesie di una persona che scrive il suo intimo aiuta a tracciare e comprendere la sua vita attraverso le sue parole, dolori, gioie, paure e qualsiasi altra cosa rappresenti la sua esistenza, rappresnti l’opera più grande, meravigliosa e complessa di Dio (o chi per lui, ognuno ha le sue convinzioni) ovvero l’essere umano.
      Quello che io leggo in queste parole è tutto tranne che “terroristiche” anzi, Silvia, anzi.

      Buona giornata.

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