Nella solitudine del pozzo popolata dalle sue visioni era un feto nell’utero.
A lungo aveva atteso il momento in cui si sarebbero uniti nell’eclissi il sole alla luna ed ora assisteva incredulo al miracolo di poter contemplare nel nero della pupilla del cielo: pura luce che lo rendeva cieco. Rimase lì un’eternità, perdendosi nel vortice di fuoco dell’amore universale, sentì lacrime di gioia rigargli il viso: rinasceva finalmente, e ritrovava una moltitudine ad attenderlo, anime affini, fratelli e sorelle. Il suo pianto era un vagito, nelle viscere della terra e nel buio di una notte in pieno giorno si sentiva come nel grembo della madre, era investito dal mistero celeste più alto che splende come un sole nero.


[ BlogLink : Daniele Baron ]

[ Immagine in evidenza : Geometry of the eclipse – Foto by Simon James Terzo / Random Informal ]

3 risposte a “Daniele Baron – Notte in pieno giorno”

  1. […] alchemical dilution the great poetic prose of Daniele Baron Notte In Pieno Giorno [ republished on Masticadores Italia […]

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  2. Come sempre, l’immagine rappresenta una scelta originaria, che affonda le radici nell’archeologia e nella cosmologia evocate dai versi che l’accompagnano : archeologia psichica e cosmo lirico. E ancora risulta difficile sfuggire al precedente immaginifico: alla cometa Halley, al suo passaggio all’inizio del secolo – così strettamente connessa all’eclisse attestata per Talete.

    Ma si tratta davvero di un cosmo fittamente popolato di figure e fatti, oppure della soggettività lirica che emerge nella sua varietà di figure? In fondo non è proprio dato dissociare l’aspetto dell’evento, il suo significato, l’eco mentale che sùscita con questo assetto.

    Silvia

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