L’odore dei cortili, di Giuliano Brenna, è un romanzo ambientato in Portogallo, a cavallo tra gli anni della dittatura di Antonio de Oliveira Salazar e quelli successivi alla Rivoluzione dei Garofani che riportò libertà e democrazia nel paese. Siamo quindi tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento, siamo a Lisbona, e seguiamo le vicende di Mattia, prima bambino, poi adolescente e giovane uomo alla ricerca di sé stesso. Mattia vive con la madre Serena e non ha mai conosciuto suo padre, Auguste, che ha dovuto abbandonare il Portogallo per ragioni politiche. Nonostante non abbia più sue notizie da anni, Serena ama ancora Auguste e spera nel suo ritorno: è proprio tentando di mettersi in contatto con lui che entra nel mirino della Pide, la famigerata polizia politica del regime, e viene brutalmente uccisa. Nella mente e nel cuore di Mattia, che ora può contare solo sulla zia Clara e suo marito Rui, l’abbandono da parte del padre mai conosciuto e della madre uscita all’improvviso dalla sua vita viene elaborato in un misto di nostalgia, rabbia e senso di colpa. La madre gli manca moltissimo, gli manca anche il padre sebbene non l’abbia mai conosciuto, è arrabbiato con entrambi perché l’hanno lasciato solo e si chiede se la scomparsa delle figure genitoriali non dipenda da lui, da qualche suo comportamento sbagliato.
Con questo fardello Mattia cresce, diviso tra il bisogno di amore e il rifiuto di lasciarsi andare, di affidarsi a qualcun altro, per timore di essere nuovamente abbandonato, o forse perché i suoi sensi di colpa lo inducono a credere di non meritare di essere amato. Le sue esperienze sessuali sono puramente fisiche, occasionali: non vuole legarsi a nessuno e nemmeno ne è capace. Alcuni incontri tuttavia lo segnano profondamente: quello con Nuno, il collega con cui lavora come cameriere all’elegante Café Splendor; quello con Ana, una ragazza con la quale tenta di intrecciare una relazione tradizionale e socialmente accettabile, rendendosi conto però che non fa per lui; quello con Lisandro, il poliziotto vicino di casa, che lo aiuterà a fare chiarezza dentro di sé; ma soprattutto quello con il Capitano Green, un uomo tormentato, che ha fatto parte della polizia politica e che ha, a sua volta, un fardello difficile da sopportare.
Un romanzo di formazione, nel quale Brenna rivela una notevole capacità di analisi psicologica, una vicenda dura, drammatica ma non priva di speranza: come sfondo, le vie di Lisbona e i suoi cortili dal caratteristico odore, e il profumo dei fiori: il frangipane, il filadelfo, la tuberosa.





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