Oggi ho incontrato la povertà ma anche l’amicizia. La gentilezza e la passione. Tutto questo camminando per strada. Sovrappensiero. Al telefono. Presa nei fatti miei, apparentemente chiusa al mondo esterno e disinteressata alle vite delle persone che mi camminavano affianco. Ma non era così. Non lo è mai. C’è sempre un occhio vigile in me che scruta tra i visi degli altri tracce di vite che non mi appartengono.
Oggi mi hanno colpito un cartello e un sorriso. Camminavo lungo via Cola di Rienzo, che era lunghissima e non ne vedevo mai la fine, quando guardo a terra e vedo un cartone marrone chiaro con una scritta blu “1 aiuto grazie”. Un ragazzo seduto e uno affianco a lui, in piedi. Si sorridono e io non posso fare altro che avvicinarmi, voglio partecipare anche io a quella scena, avere il permesso di entrarci in punta di piedi per capirne di più.
Non ho soldi, solo un pacchetto di sigarette. Ne offro una al ragazzo seduto, Luigi. Iniziamo a parlare, mi racconta in pochissimo tempo la sua storia. Sta per strada da sei mesi, da quando ha perso il lavoro. Non ha i genitori. Viene da un bel quartiere di Roma. Ora vive in una zona altrettanto bella: a piazza Cavour, dove dorme a terra insieme ad altre persone. Poi conosco l’altro ragazzo, Alex. Sono amici da una vita e Alex è lì per fare compagnia a Luigi, per non lasciarlo solo.
Che cosa ti toglie la povertà? I soldi, ok. E poi? Gli amici, gli hobbies, gli affetti, la vita che facevi quando il conto non era in rosso, dove vanno a finire? Luigi e Alex sono stati tanto belli oggi. A meno che non nasci per strada, esiste un prima e un dopo la povertà. Un prima che, in genere, è il tempo in cui costruisci la tua identità, in cui ti consolidi come persona e ti crei le tue connessioni, i tuoi pilastri, le persone e i luoghi ai quali ricorri quando le cose non vanno bene, o quando vuoi condividere una gioia. E poi c’è un dopo, quando i soldi finiscono. Ma che ne è di te e del tuo prima?
La povertà è mancanza di denaro. Ma spesso diventa anche assenza di connessioni. E quindi solitudine. I soldi ti tengono in pugno anche quando non li hai. La povertà infatti sembra privarci del diritto alla compagnia, all’amicizia, all’amore. Una persona che vive per strada non avrebbe bisogno sia dei soldi sia di un sorriso, di un abbraccio, di qualcuno che si interessi sinceramente a lei e al suo mondo?
Oggi è il compleanno del ragazzo con cui sto lavorando in questi giorni in piazza Cola di Rienzo. vengono a trovarlo due amiche: lo ascoltano che parla di lavoro, scherzano con lui, lo provocano. C’è tanta confidenza, tanta vita trascorsa insieme, e nessuno prova a nasconderlo. La sintonia è nell’aria. Non so se sono amici da una vita, ma nella loro vita quell’amicizia è sicuramente importante.
In serata mi trovo a piazza del Popolo dove mi imbatto in un ragazzo di cui non ricordo il nome, che suona il violino circondato di candele. Tutti lo ascoltano rapiti, e la sua musica è prorompente ma con toni soavi. Gli vado a parlare e scopro che è brasiliano, frequenta il conservatorio di Santa Cecilia e suona per il pubblico della strada da quattro anni. Lo preferisce ai palchi. Mentre parliamo sta rimettendo in ordine il suo bel violino di legno e le candele.
Si avvicina una ragazza inglese che vuole parlargli e mi chiede di tradurre in italiano che è una sua fan dall’anno scorso e che vorrebbe sapere dove altro può trovarlo, oltre che in strada. Sorrido: io non sono mai stata molto sicura del mio inglese ma in questo contesto va tutto bene. Lei se ne va e lui resta a parlare con me ancora un po’. Mi dice che è fidanzato, che la compagna non sta attraversando un periodo facile e lui le sta vicino come può. Vivono insieme. Mi saluta perché va ad esibirsi da qualche altra parte, stasera è arrivato tardi a piazza del Popolo e vuole recuperare.
Mi colpisce tutta questa sincerità. La voglia e la possibilità di condividersi. La facilità di farlo con una sconosciuta. L’umanità intera è alla nostra portata, alla distanza precisa di una mano offerta per fare conoscenza. A volte, l’umanità intera è distante tanto quanto lo siamo noi da noi, e altre volte è più vicina, e ci aiuta a mantenerla, quella distanza, da noi.
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[ Immagine in evidenza : Foto di Giulia Zaccardelli ]





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