“Una volta andai a trovare mia nonna Chloe a Kankakee, Illinois. All’epoca aveva ottantadue anni e non la vedevo da quattro anni. […] Quando sono arrivato a casa sua, lei era nel giardino sul retro, china su un cespuglio di denti di leone. «Chloe!» urlai […] Poi mi prese per mano e mi condusse ai suoi due alberi di pesche. “Con questo ci farò la marmellata.” “Ma Chloe, non ci vediamo da quattro anni” (p. 217, The Joy of Writing, Natalie Goldberg)
Qualche giorno fa, in una conversazione con Simon James Terzo, direttore di MasticadoresItalia, abbiamo deciso di creare una nuova sezione. Si intitola: Viaggi & Bagagli (lo potete vedere qui). Lì pubblicheremo i frammenti di ricordi che ogni essere umano accumula nella sua vita. Ma ogni essere umano è anche esecutore di un oggetto, di un ricordo o di una vecchia relazione. L’intelligenza artificiale di Google afferma che un esecutore testamentario: “è la persona responsabile di garantire che le disposizioni del testamento siano correttamente rispettate, che lo interpreta ed è responsabile dell’esecuzione del testamento”. Mi guardai intorno in casa e vidi una vecchia macchina da scrivere sul tavolo dove scrivo e faccio i compiti per Masticadores ogni giorno. Era una ADLER del 1963. Me la diede un amico che scriveva e non lo vidi mai più.
Ma per esempio, mia nonna Domenica arrivò in Argentina nel 1924 e la sua valigia è ancora lì, nelle mani di un cugino. Dopo 100 anni, ogni tanto, come se fosse una cerimonia, la aprono per guardare vecchie foto.
Essere un esecutore testamentario significa accettare che la vita degli altri possa continuare in noi. Poiché la vita è resiliente, prende e se ne va, si adatta e costruisce falsi volti per mantenere quelli vecchi.
All’ingresso di casa mia c’è un enorme telo, simile a quelli che un tempo venivano stesi sui tavoli delle case. C’è inciso un nome, Dolores, che appartiene alla nonna di mia moglie. Ha già compiuto 100 anni. La sua straordinaria bellezza ci racconta di un tempo in cui i tessuti venivano realizzati con abilità, fascino e conversazioni legate da mani pazienti. Se potessimo usare l’intelligenza artificiale per scoprire queste conversazioni registrate sui tessuti dei nostri cari…
Noi scrittori siamo, in un certo senso, esecutori di tempi passati o di osservazioni del presente, o di sogni avvenuti durante la lunga notte che ci invita a superare l’angoscia.
Esecutori. Sei? Avete oggetti di famiglia stretti… Dimmelo, dimmelo nei commenti.





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