Lo scorso 27 gennaio ho partecipato a un interessante incontro nel Giorno della Memoria. Si tratta di una ricorrenza molto delicata, di questi tempi, perché il sacrosanto ricordo delle vittime del nazifascismo, e in particolare degli ebrei sterminati nei lager (e non solo nei lager), si mescola fin quasi a confondersi con l’orrore di quanto avviene in Palestina. Nella mia vita, e lungo tutta la mia carriera di insegnante, mi sono sempre interessata alla Shoah e agli altri stermini collegati e mai sufficientemente ricordati: quello dei Rom, dei Testimoni di Geova, dei disabili, degli omosessuali. Sembra quasi che lo sterminio degli ebrei si mangi tutti gli altri, e sicuramente è quello che ha prodotto il maggior numero di vittime, ma non sono stati solo gli ebrei nell’occhio della visione razzista e sterminatrice del nazismo e del fascismo.
Non voglio fare paragoni banali tra il genocidio che gli ebrei subirono durante la Seconda guerra mondiale e quello che lo stato di Israele sta perpetrando nei confronti della popolazione palestinese, non voglio ripetere lo slogan “da vittime a carnefici”, quello che vedo attuarsi atrocemente in questo periodo è un progetto coloniale basato sulla guerra a oltranza e sulla pulizia etnica da parte di uno stato che vuole dominare su tutta la regione ed espellere i palestinesi. Il piano non è nuovo, in realtà, è la nascita dello stato di Israele in sé ad essere viziata da questo aspetto: colonialismo di insediamento fuori tempo massimo, cacciata della popolazione dal territorio, oppressione di quanti rimangono, stato di guerra ininterrotto da quasi ottanta anni.
Certo, la violenza c’è da entrambe le parti, ma con una sproporzione che salta all’occhio, e con la differenza tra chi cerca di difendere il proprio diritto alla terra in cui è nato e chi quella terra la vuole per sé.
Ma tornando all’incontro di cui parlavo sopra, erano presenti personaggi come Gad Lerner, Arturo Marzano, Stefano Levi Della Torre: tutte persone autorevoli e di mentalità aperta, di Lerner e di Marzano avevo letto gli ultimi libri pubblicati, incentrati sulla questione palestinese, di Levi Della Torre ho letto a volte qualche articolo. Sostenevano posizioni in gran parte condivisibili, se non avessero tutti manifestato tra le righe una certa qual simpatia verso Israele. Israele non sono gli ebrei, ricordiamocelo: Israele è uno stato, con un suo governo, una sua politica, ed è a questo stato e alla sua politica che vanno le mie critiche più dure. A quel famoso incontro del 27 gennaio era presente in collegamento video, da Doha, Paola Caridi, giornalista, studiosa della Palestina. Ecco, lei, che pure era presente solo virtualmente con un grande viso proiettato su un maxischermo, è quella che mi è piaciuta più di tutti. Informata, equilibrata, ha risposto agli altri interlocutori in modo pacato ma chiaro portando alla discussione idee meno allineate alla vulgata corrente. Perciò nei giorni seguenti mi sono rivolta alla biblioteca e ho prenotato due suoi libri, Hamas, dalla resistenza al regime, e Il gelso di Gerusalemme. Il primo dei due libri mi è arrivato pochi giorni dopo e mi ci è voluto tutto il mese di prestito bibliotecario per leggerlo: non tanto per la lunghezza (377 pagine, non poche ma neanche moltissime) quanto per la densità e l’impegno che mi ha richiesto. Il libro fa la storia di Hamas dalla sua nascita nel 1987 fino al 2021, e nell’ultimo capitolo, aggiunto nella nuova edizione, riepiloga i fatti del 7 ottobre 2023 e dei primi mesi della rappresaglia israeliana. Paola Caridi spiega in modo chiaro, forte di una documentazione accurata, la genesi del movimento, descrive le varie fasi che ha attraversato, le sue responsabilità, le sue scelte ideologiche e pratiche: il suo non è un libro pro Hamas né un libro contro Hamas, è piuttosto un libro che aiuta a capire che cosa Hamas sia stato e sia attualmente e come sia cambiato nel corso del tempo. Anche se è classificato da molti paesi come un’organizzazione terroristica, Hamas in realtà è un’organizzazione politica e sociale che usa la violenza e azioni terroristiche, in certi periodi più, in altri meno. Ha una componente politica che ha governato e governa, ha una componente sociale che soccorre la popolazione, una delle più povere del mondo già prima dell’ultimo anno e mezzo, ha una componente diplomatica che negli anni ha cercato di negoziare per ottenere riconoscimenti o condizioni migliorative per la popolazione, ha una componente militare che attua la lotta armata e si è distinta per sanguinose azioni terroristiche. Tutto questo non serve a Caridi per giustificare Hamas, anzi, spende parole molto dure nei confronti dell’organizzazione e delle sue azioni, ma per chiarire la complessità di questo movimento che non deve essere classificato come pura “associazione terroristica”.
È stato importante per me leggere il resoconto della formazione di Hamas, la genesi del primo documento del 1988, la redazione di un documento nuovo nel 2017, l’alternarsi dei vari leader, lo scontro mai risolto tra Hamas e Fatah, la decisione di candidarsi alle elezioni nel 2006 e questi quasi vent’anni in cui Hamas è rimasta al potere nella Striscia di Gaza, ma la parte che mi ha interessato maggiormente è quella che riguarda proprio questi ultimi vent’anni, da quando, dopo la decisione di Ariel Sharon di ritirare unilateralmente le proprie colonie da Gaza, la Striscia è stata trasformata in una vera prigione a cielo aperto, sigillata da ogni parte, sottomessa alla volontà di Israele, e in parte dell’Egitto, per ogni tipo di fornitura. Le azioni armate compiute da Hamas durante quei vent’anni devono considerarsi terrorismo o resistenza? Le rappresaglie israeliane, battezzate con nomi fantasiosi e orribili (operazione Piombo fuso, tanto per fare un esempio) sono state estremamente sanguinose. E così, di azione in azione, di rappresaglia in rappresaglia, si arriva al 7 ottobre, al terribile attacco di Hamas, all’ancora più terribile e tuttora in atto risposta di Israele. La questione israelo-palestinese sarà mai risolta? E in che modo sarà risolta? Quale prezzo pagheranno le popolazioni?





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