Nudi dai parti
Fino a quando diparti
Stazioni ritardi
Fiamma tra venti beffardi
In fazzoletti di terra
Di lotte di arranchi
Di carni imprestate
Di gioie e tristezze rubate
Le grida di notte, i misfatti
Gli amori distratti,
Quelli mai nati, quelli già rotti
Quelli eterni incarnati ai giorni
I genitali ammaliati, vampiri
Siamo cuori usurati, lascivi
Tutta la grazia dei pasti
Che ci sono donati
L’andare in ginocchio d’estate
Sopra i selciati
E lei ora che è sonne
Nuda la testa appoggiata
Sopra il mio addome
Forse siamo già morti
Occultiamo solo le prove
L’alba fredda si stende
Sulle nostre cose
Come una sindone cela
Questo strano pallore
L’alto che intende
La sua poesia migliore
Siamo il calore di un altrove in giacenza
Siamo l’invano l’eterna bellezza
Senza nemmeno più scelta.
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