C’è un momento, tra fine giugno e inizio settembre, in cui i rovi si fanno generosi: è il tempo delle more, quando l’estate mostra il suo volto più dolce e selvatico. Camminando lungo i sentieri di campagna o tra i muretti assolati, basta allungare una mano per cogliere questi piccoli frutti neri e lucenti, scrigni di zucchero e ricordi.
La raccolta delle more non è solo un gesto agricolo, ma un rito antico, quasi infantile. Si parte con un cestino (spesso si torna con le mani piene e il cestino mezzo vuoto), ci si punge tra i rami spinosi, si sceglie con cura solo le more mature — quelle che si staccano con un soffio — e si assapora il silenzio interrotto solo dal canto delle cicale.
Ogni mora racconta una storia di sole e pioggia, di lentezza e pazienza. E ogni estate, ritornare tra i rovi è come tornare a casa, nel cuore verde della natura, dove il tempo si ferma per un attimo e tutto profuma di infanzia.











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[ Tutte le immagini dell’articolo : Fotografie di Elisabetta Rosetti ]





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