Da sempre sono profondamente affascinata dalle rotoballe.

Taciturne, solitarie anche in aggregazione; imponenti sentinelle di distese gialle e verdi. In attesa.
A guardare nel cielo azzurro il sole che combatte con le nuvole. A bramare il buio punteggiato di stelle.
A salutare gente che lavora, gente che passa, gente che guarda. A sorridere alle ombre.

A sentire ronzii, friniti, soffi, voci, motori.

Eppure mi sanno di libertà.
Di spazi aperti dove correre a perdifiato, inciampando in sassolini dispettosi e affossamenti improvvisi del terreno.

Di silenzi dove ridere fragorosamente, senza censure, senza veli, senza costrizioni.


[ SiteLink : Enza e le storie stese ]

Una replica a “Enza Graziano – Senso di libertà”

  1. “…a salutare gente che passa…e che sosta… a sentire ronzii, friniti, soffi…”

    Affascinanti le rotoballe, siano di paglia o di fieno, nella distesa del prato, anche quando arrivano in cascina, ammonticchiate abbracciano,  fanno e chiedono compagnia.

    Grazie Enza, ne sono affascinato anch’io e la sua gioia, che esplode fra le righe, mi ha rimandato  indietro negli anni quando con figlio e nipote decidemmo di risalire il torrente Bormida sino alla fonte.

    Era il periodo della fienagione e spesso lo guadavamo per goderci proprio lo spettacolo che lei ben evoca. 

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