Da sempre sono profondamente affascinata dalle rotoballe.
Taciturne, solitarie anche in aggregazione; imponenti sentinelle di distese gialle e verdi. In attesa.
A guardare nel cielo azzurro il sole che combatte con le nuvole. A bramare il buio punteggiato di stelle.
A salutare gente che lavora, gente che passa, gente che guarda. A sorridere alle ombre.
A sentire ronzii, friniti, soffi, voci, motori.
Eppure mi sanno di libertà.
Di spazi aperti dove correre a perdifiato, inciampando in sassolini dispettosi e affossamenti improvvisi del terreno.
Di silenzi dove ridere fragorosamente, senza censure, senza veli, senza costrizioni.
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