Di Marco Crestani

Lasciare andare è una frase e un concetto che sfugge. Dal mio punto di vista personale, non lo sento come un atto eroico, né come una resa definitiva, ma come un processo graduale, un movimento incerto tra il trattenere e il lasciar andare.
Lo si sussurra davanti al letto di un morente, come un’ultima carezza, un modo per accompagnare il distacco. Ma è anche la frase che ci ripetiamo quando dobbiamo rinunciare a un sogno, a un amore, a un’illusione. “Devi lasciare andare”, ci dice una voce interiore, a volte gentile, a volte imperiosa.

Ho osservato un tramonto, un’esplosione di colori che ha tinto l’orizzonte di sfumature inaspettate. Il sole si è inabissato lentamente lasciando dietro di sé una scia di malinconia. Proprio lì, in quel silenzio sospeso, ho percepito una verità semplice eppure profonda: ogni fine porta con sé un nuovo inizio. Non è una legge universale, né una promessa certa, ma una possibilità che si schiude, un seme che attende di germogliare.

Ore dopo, l’alba ha squarciato l’oscurità, una luce tenue che risvegliava il mondo dal torpore. Un invito a spogliarsi delle vesti della notte, a riscoprire la freschezza di un nuovo giorno. Ma l’alba non cancella le ombre del passato, né cancella le ferite che portiamo dentro. Ci offre solo una nuova prospettiva, la possibilità di vedere con occhi diversi, meno offuscati dal dolore e dalla rabbia.

“Lasciare andare” non è un atto di oblio, ma di accettazione. Non significa dimenticare, ma imparare a convivere con i ricordi, a trasformare il dolore in saggezza. È un processo lento e faticoso, un cammino difficile che richiede coraggio e pazienza.

E se tutti noi imparassimo quest’arte? Forse le guerre, quelle che vediamo sui telegiornali e quelle che combattiamo nelle nostre case, si trasformerebbero in silenzi carichi di significato, in dialoghi sinceri, in abbracci che guariscono. Ma non è un’utopia, né una speranza vana. È una possibilità concreta, un seme che possiamo coltivare ogni giorno, nei piccoli gesti, nelle parole gentili, negli sguardi compassionevoli.

“Lasciare andare” è un cerchio che si chiude, un ritorno all’essenziale. Un modo per metterci di nuovo in comunione con il mondo che ci circonda. Un atto vero d’amore.

2 risposte a “Lasciare andare”

  1. Bellissimo articolo. Condivido tutto quanto scritto e andrebbe insegnato nelle scuole. Avremmo gente migliore ed un mondo migliore.
    Grazie per la condivisione Simon!

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    1. Buongiorno Daniele, grazie di cuore a te per la tua sempra attenta lettura ed opinione.

      Piace a 1 persona

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