Mi intimorisce vedere mia figlia assorta nei suoi pensieri. Succede sempre quando le spazzolo i capelli con premura e glieli acconcio per la scuola. Scruto attraverso lo specchio la sua espressione vagante, gettando occhiate fugaci. E il dubbio si insinua nel mio stomaco, facendolo vorticare: a cosa starà pensando? Riguarderà il mio modo di essere genitore? Con quali lenti ricostruirà, un giorno, la sua infanzia? Cosa ne resterà nel suo cuore?

Poi una domanda squarcia il silenzio.

“Mamma, ma sette più sette fa quattordici?”


[ SiteLink : Enza e le storie stese ]

Una replica a “Enza Graziano – Domande risolutive”

  1. A parte il tono scherzoso dell’intervento, il microracconto incoraggia una lettura microanalitica della domanda finale: in fondo una domanda a specchio, con un numero (7) che viene sommato e ad un altro (sette) – Una compresenza di due elementi ( madre e figlia?) che produce una somma con risultato grande….troppo grande? Giusto? Solo la madre può controllarlo. Abbozzo una lettura da parafarmacia…i sette da grandi diventano quattordici?

    Silvia Goi

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