Discorso rivolto a tutte e tutti
 
Adottato dai poeti, scrittori e artisti riuniti al convegno RESPAIX
(19, 20 e 21 settembre 2025 a Parigi – La Courneuve , organizzato dal POP -Poets of the Planet/Poeti del Pianeta- PROGETTO

Possiamo esplorare i buchi neri dell’universo, ma permettiamo loro di espandersi intorno e dentro di noi, di aprirsi sotto i nostri piedi e nella nostra coscienza e di inghiottirci.
Tutto accade ora come se il diritto internazionale, più o meno imposto dopo le due guerre mondiali, non esistesse più. È il regno della legge del più forte. In tutti gli ambiti. La coesistenza pacifica è dimenticata e la guerra è di nuovo considerata normale; nell’economia, come nei rapporti tra Stati, persino nei rapporti tra individui. Si può invadere un Paese vicino, mandare a morte i giovani e massacrare i civili, come nella guerra in Ucraina.
Si può organizzare un genocidio, far morire deliberatamente di fame e sete milioni di esseri umani – uomini, donne e bambini – con l’obiettivo di farli sparire o costringerli all’esilio, come sta accadendo sotto i nostri occhi a Gaza.
Il razzismo più brutale, che consiste nel negare agli altri il loro stesso status umano, è ancora una volta apertamente sostenuto dagli statisti.
Più in generale, quasi nessuno prende in considerazione il diritto dei popoli all’autodeterminazione; questo sarebbe un elemento essenziale per la risoluzione di molti conflitti.
In un momento in cui il riscaldamento globale sta diventando evidente e incendi e disastri climatici si stanno moltiplicando sulla superficie terrestre, i paesi più sviluppati, invece di mobilitarsi per affrontare congiuntamente le sfide comuni dell’umanità, si stanno impegnando in una nuova corsa agli armamenti.
Questo è, naturalmente, un modo per rilanciare il business, ma non è solo questo. Di fronte all’emergere di nuove potenze e al relativo declino dei vecchi imperi, l’obiettivo, come alla vigilia della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, è quello di spartirsi il mondo e le sue ricchezze. E anche, attraverso la militarizzazione delle menti, di frenare le proteste contro la corruzione e le ingiustizie che suscitano indignazione pubblica.
Data la folle accumulazione di armi, in particolare nucleari, il minimo di questi conflitti potrebbe condurci verso una nuova conflagrazione globale. Il potere che l’umanità detiene nelle sue mani è tale che può senza dubbio superare i suoi problemi più difficili, ma anche autodistruggersi e distruggere le proprie condizioni di esistenza.
Ma non è scritto nelle stelle che l’umanità sia pronta al suicidio.
Sappiamo che tutte le guerre volte a cambiare l’equilibrio di potere finiscono necessariamente in discussioni, e ci rifiutiamo di permettere che la vita di bambini, donne e uomini venga sprecata.
Come poeti, scrittori, artisti e uomini di lingua, sappiamo che è attraverso le parole che abbiamo accesso all’umanità. Ed è attraverso le parole che l’umanità può salvare se stessa. Il potere del linguaggio deve sostituire il linguaggio della forza, e il dialogo deve prevalere sul monologo impari e omicida delle armi.
Certo, una poesia o una canzone non possono fermare un missile. Ma non siamo impotenti. Possiamo dire la verità, denunciare i colpevoli e ripristinare le ragioni della speranza. Siamo qui non solo per salvare l’onore, ma per affermare un movimento culturale pro-pace.
Di fronte alla guerra, di fronte al fallimento della globalizzazione ultraliberista, che ovunque genera l’ascesa dello sciovinismo e del neofascismo, possiamo sostenere l’idea che apparteniamo tutti alla stessa nazione, multicolore e unita, gli abitanti della Terra.
Rendiamo omaggio ai popoli che si mobilitano e a questa nuova generazione che si solleva ovunque, condividendo indignazione e fratellanza. Siamo il Popolo del Mondo, il popolo di donne e uomini che provengono dai quattro angoli della terra e che si ritrovano qui e ovunque, perché “il centro del mondo è ovunque e con noi”. Facciamo parte di questo popolo di uomini e donne solidali con i loro simili e con la vita sulla terra, questo potenziale Popolo del Mondo che deve raggiungere la consapevolezza e l’esistenza, perché è attraverso di loro che giungerà la nostra salvezza comune.
Come artisti, scrittori, poeti, non abbiamo aspirazione più alta che contribuire a questo.

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Address to all

Adopted by the poets, writers, and artists gathered at the RESPAIX conference (Poets of the Planet, September 19, 20, and 21, 2025 in Paris – La Courneuve) – PROJECT –

We can explore the black holes of the universe, but we allow black holes to expand around us and within us, opening beneath our feet and in our own consciousness, and capable of engulfing us.
Everything is happening today as if international law, which was more or less imposed after the two world wars, no longer exists. It is the reign of the law of the strongest. In all areas. Peaceful coexistence is forgotten, and war is once again considered normal; in the economy, as in relations between states, even in relations between individuals. We can invade a neighboring country, send young people to their deaths, and massacre civilians, like in the war in Ukraine.
One can organize genocide, deliberately starve and thirst millions of human beings—men, women, and children—with the aim of making them disappear or forcing them into exile, as it is happening in Gaza, before our eyes, right now.
The most brutal racism, which consists of denying others their very human status, is once again openly advocated by statesmen.
More generally, almost no one takes into consideration the right of peoples to self-determination; this would nevertheless be an essential element in resolving many conflicts.
At a time when global warming is becoming evident and fires and climate disasters are multiplying across the Earth’s surface, the most developed countries, instead of mobilizing to jointly address humanity’s common challenges, are engaging in a new arms race.
This is, of course, a way to revive business, but it’s not just that. Faced with the emergence of new powers and the relative decline of old empires, it is once again (as before the two first World Wars) a matter of sharing the world and its wealth.
But also, through the militarization of minds, of curbing protests against corruption and injustices that arouse public outrage.
Given the insane accumulation of weapons, especially nuclear weapons, the slightest of these conflicts could lead us toward a new global conflagration. The power humanity holds in its hands is such that it can undoubtedly overcome its most difficult problems, but also self-destruct and destroy its own conditions of existence.
But it is not written in the stars that humanity is ready to commit suicide.
We know that all wars aimed at changing the balance of power necessarily end in discussions and we refuse to allow the lives of children, women, and men to be wasted.
As poets, writers, artists, men and women of language, we know that it is through words that we access humanity. And it is through words that humanity can save itself. The power of language must replace the language of force, and dialogue must prevail over the unequal and murderous monologue of weapons.
Of course, a poem or a song cannot stop a missile. But we are not powerless. We can speak the truth, denounce the guilty, and restore a vigor to the reasons for hope. We are here not only to save honor, but also to assert a pro-peace cultural movement.
In the face of war, in the face of the failure of ultra-liberal globalization, which everywhere engenders the rise of chauvinism and neofascism, we can uphold the idea that we all belong to the same nation, multicolored and united, the inhabitants of the Earth.
We salute the peoples who are mobilizing and this new generation that is rising up everywhere, sharing indignation and fraternity. We are the People-World, the people of women and men who come from the four corners of the earth and who find themselves here and everywhere, because “the center of the world is everywhere and with us.” We are part of this people of men and women in solidarity with their fellow men and with life on earth, this potential People-World who must attain consciousness and existence because it is through them that our common salvation will come. As artists, writers, poets, we have no higher aspiration than to contribute to this.

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Adresse à tous
 
Adoptée par les poètes, écrivains et artistes réunis aux journées RESPAIX (Poètes de la Planète, les 19, 20, 21 Septembre 2025 à Paris – La Courneuve) – PROJET –

Nous pouvons explorer les trous noirs de l’univers mais nous laissons s’agrandir autour de nous et en nous des trous noirs qui s’ouvrent sous nos pieds et dans notre propre conscience et peuvent nous engloutir.
Tout se passe actuellement comme si le droit international, qui s’était à peu près imposé après les deux guerres mondiales, n’existait plus. C’est le règne de la loi du plus fort. Dans tous les domaines. La coexistence pacifique est oubliée et la guerre est à nouveau considérée comme normale; dans l’économie, comme dans les rapports entre Etats, voire dans les relations entre individus. On peut envahir un pays voisin, envoyer la jeunesse à la mort et tuer des civils, comme dans la guerre en Ukraine.
On peut organiser un génocide, affamer et assoiffer délibérément des millions d’êtres humains, hommes, femmes, enfants, dans le but de les faire disparaître ou de les contraindre à l’exil, comme cela se passe sous nos yeux, à Gaza.
Le racisme le plus bestial, qui consiste à dénier à l’autre jusqu’à sa qualité d’être humain, est à nouveau ouvertement prôné par des hommes d’Etat.
Plus généralement, personne ou presque ne prend plus en considération le droit des peuples à l’auto-détermination ; ce qui serait pourtant un élément essentiel à la résolution de bien des conflits.
Au moment où le réchauffement planétaire apparaît évident et où les incendies et les catastrophes climatiques se multiplient à la surface de la Terre, les pays les plus développés, au lieu de se mobiliser pour faire face ensemble aux défis communs de l’humanité, s’engagent dans une nouvelle course aux armements.
C’est bien sûr le moyen de relancer les affaires, mais ce n’est pas que cela. Face à l’émergence de nouvelles puissances, et à un déclin relatif des anciens empires, il s’agit comme à la veille de la Première et de la Deuxième Guerre mondiales, de se partager le monde et ses richesses. Et aussi, par la militarisation des esprits, de juguler les protestations contre la corruption et les injustices qui soulèvent l’indignation des opinions publiques.
Vu l’accumulation démentielle des armes, notamment nucléaires, le moindre de ces conflits peut nous entraîner vers une nouvelle conflagration mondiale. La puissance que l’humanité détient entre ses mains est telle qu’elle peut sans doute surmonter ses problèmes les plus difficiles mais aussi s’auto-détruire et détruire ses propres conditions d’existence.
Mais il n’est pas écrit dans les étoiles que l’humanité est prête à se suicider.
Nous savons que toutes les guerres qui visent à modifier les rapports de force s’achèvent obligatoirement par des discussions et nous refusons que la vie des enfants, des femmes, des hommes passe par pertes et profits.
En tant que poètes, écrivains, artistes, hommes et femmes de langage nous savons que c’est par la parole que nous accédons à l’humanité. Et c’est par la parole que l’humanité peut se sauver. Il faut que la force du langage se substitue au langage de la force, que le dialogue l’emporte sur le monologue inégalitaire et meurtrier des armes.
Bien sûr, un poème, une chanson ne peuvent pas arrêter un missile. Mais nous ne sommes pas sans pouvoir. Nous pouvons dire la vérité, dénoncer les coupables et redonner vigueur aux raisons d’espérer. Nous sommes ici non seulement pour sauver l’honneur mais pour affirmer un courant culturel pro-paix.
Face à la guerre, face à l’échec de la mondialisation ultra-libérale qui engendre partout la montée du chauvinisme et du néo-fascisme, nous pouvons faire vivre l’idée que nous appartenons tous à la même nation, multicolore et solidaire, des habitants de la Terre.
Nous saluons les peuples qui se mobilisent et cette génération nouvelle qui se lève un peu partout dans le partage de l’indignation et de la fraternité. Nous sommes le Peuple-monde, le peuple des femmes et des hommes qui viennent des quatre coins du monde et qui se retrouvent ici et partout, car « le centre du monde est partout et chez nous ». Nous sommes partie prenante de ce peuple d’hommes et de femmes solidaires de leurs semblables et de la vie sur terre, ce Peuple-monde en puissance qui doit accéder à la conscience et à l’existence car c’est par lui que passera notre commun salut.
En tant qu’artistes, écrivains, poètes, nous n’avons pas de plus haute aspiration que d’y contribuer.


2 risposte a “Discorso rivolto a tutte e tutti – Address to all – Adresse à tous”

  1. Un discorso perfetto, equanime e non politicizzato. Un discorso che nessuno finora ha saputo fare.

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    1. Condivido tutte quante le tue convinte impressioni. Ciao Raffa, grazie.

      Piace a 1 persona

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