C’è una fotografia che in questi giorni mi ritorna continuamente alla mente. L’ho vista sulle pagine di un quotidiano locale, quasi per caso. Porta con sé la patina del tempo: credo risalga al 1918. Siamo sull’Altopiano di Asiago, a pochi chilometri da dove vivo io oggi, nei pressi di Cima Ekar. Immagino sia del periodo finale della guerra 15-18, quando il fronte si preparava alle battaglie decisive e il respiro dell’attesa si mescolava alla neve che cadeva.

Nella foto vedo due mondi contrapposti. Da una parte, i camion militari, i soldati che si muovono con passo incerto, figure inghiottite dal gelo e dalla stanchezza. Dall’altra, una donna anziana. Avanza con il suo asino carico, piegata ma ostinata, dentro una tormenta che pare volerla cancellare. Non guarda attorno, non sembra percepire il pericolo che incombe. È come se vivesse in un tempo diverso, estranea alla guerra che divora tutto.

In lei leggo un’attesa muta, ma anche la forza silenziosa di chi non si arrende. La guerra consuma, logora, scava dentro, fino a far dimenticare ciò che conta: la vita semplice, la luce, il gesto quotidiano che resiste. La donna, invece, sembra portare altro. Come la montagna che custodisce e annuncia la rinascita, lei diventa segno di una possibilità nuova.

Non so se davvero porti un messaggio, o se sia solo la mia immaginazione a leggerlo così. Ma in questa foto io sento un annuncio. Non un proclama, non una vittoria gridata, ma il sussurro ostinato di chi continua a vivere. Forse ciò che la donna annuncia non ha un nome preciso. Forse annuncia semplicemente che, anche quando tutto sembra finito, la vita trova la strada per ricominciare.


[ SiteLink : Hygge Spirit ]

7 risposte a “Marco Crestani – La strada per ricominciare ”

  1. magari può suonar male …. ma a me pare molto più sofferente e senza possibilità di esprimere qualunque caparbietà (giacchè vive nell’impossibilità di decidere) l’asino stracarico. Con la vecchina siamo già nell’oleografico: potremmo definirla la più sfigata tra i prepotenti, ecco …. comunque tra i prepotenti 🙂 🙂 🙂

    Piace a 1 persona

    1. 🙂 Ciao Torfreno, fidati che ho visto asini in Molise (terra natia di mio padre) avere molta più capacità di decidere, ed opporsi irremovibilmente, rispetto all’essere umano.
      Mio nonno era alpino, combatterono sulle montagne con l’uso degli asini. Furono la salvezza l’uno dell’altro.
      Tra “sfigati” ecco, la vedo più una virtuosa e divina alleanza. Oppure, volendo escludere il creazionismo se credi meglio, una capacità di adattamento e sopravvivenza.
      Un essere umano su una macchina, ad esempio, quanto sarebbe dunque prepotente? Quanti “asini” sgobbano alla sua costruzione, al trasporto, alla vendita?
      A differenza di un asino l’essere umano ha la capacità di mentirsi meglio di quanto può mentire.
      Grazie per il commento. Buona serata.

      "Mi piace"

      1. ahhhhh ….. la vai complicando parecchio …. e quindi convengo sicuramente sul reciproco augurio per la serata entrante 😉 🙂 🙂 🙂 ciaoooo

        "Mi piace"

  2. Credo che l’interpretazione della foto sia legata tanto a quanto uno porta dentro di sé. In ogni caso la tua lettura va oltre, perché come la storia dimostra, dopo ogni immane tragedia la vita riprende sempre. Buona serata Simon!

    Piace a 1 persona

    1. Condivido Daniele, la soggettività è una questione decisiva, in questo specifico caso come nella maggior parte delle questioni umane. Ha qualcosa che, io personalmente credo, valichi la nostra piena conoscenza, questa capacità di ripresa anche dopo certi avvenimenti.
      Grazie e buona serata anche a te.

      Piace a 1 persona

  3. Trovo l’immagine struggente ci sono tutte le pene: la guerra la vecchiaia la fatica la neve il gelo di certo anche la fame.

    Di sicuro dice di più l’anziana col suo asino che la la fila di autocarri militari… più facile indicare dove andranno loro…la signora invece con i piedi nel fango, custode della bestia che l’aiuta, dove va, cosa cerca, cosa vuole, cosa indica con lo sguardo.

    Di certo guarda solo alla vita.

    Lì sta la vera forza di rialzarsi senza colpa e vergogna, ma con l’orgoglioso decoro degli ultimi, degli onesti.

    Ha guardato bene Marco.

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a danielecolleoni Cancella risposta

arcipelago di cultura

Scopri di più da MasticadoresItalia

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere