1933 – 2025
Dotata di una bellezza elegante e mai esibita, priva di ogni tentazione di divismo a causa del suo temperamento riservato, Lea Massari ha conquistato il cuore di un vasto pubblico, in Italia ma anche all’estero, in particolare in Francia dove ha recitato accanto a Jean Paul Belmondo, Yves Montand, Jean Louis Trintignant e Michel Piccoli. Attrice intensa ma sempre sobria, lontanissima dalle tante maggiorate che imperversavano in quegli anni, ha saputo dire no al cinema invasivo, scegliendo ruoli scomodi e profondi. È diventata icona del cinema d’autore non solo italiano, ma è stata anche interprete raffinata della grande televisione pubblica. Eppure il suo nome è rimasto ai margini, forse proprio perché non si è mai concessa al culto della celebrità.

Il suo nome completo era Anna Maria Massatani, nata a Roma il 30 giugno 1933;figlia di un ingegnere, trascorse l’adolescenza seguendo i trasferimenti lavorativi del padre, tra Spagna, Francia e Svizzera. Tornata a Roma, si iscrisse alla Facoltà di Architettura e per mantenersi agli studi cominciò a lavorare come indossatrice, collaborando nello stesso tempo con lo scenografo e costumista Piero Gherardi, amico di famiglia, che l’avvicinò al mondo del cinema. Nel 1954 ottenne casualmente il suo primo ruolo cinematografico in Proibito di Mario Monicelli, recitando accanto a Mel Ferrer e Amedeo Nazzari. A 22 anni, in occasione del suo esordio sul grande schermo, assume un nome d’arte in memoria del fidanzato Leone con cui avrebbe dovuto sposarsi, ma che morì a causa di un tragico incidente 8 giorni prima delle nozze. La notorietà arrivò nel 1957 con il personaggio della giovane sposa nel film I sogni nel cassetto di Renato Castellani.
Michelangelo Antonioni la scelse, poi, per L’avventura (1960), dove interpreta Anna, la misteriosa donna che sparisce sull’isola. In quel film, Lea Massari incarnava la sparizione come gesto espressivo, anticipando la sua stessa biografia artistica. Da allora ha attraversato la cinematografia europea come un’apparizione inquieta: Una vita difficile di Dino Risi, Allonsanfàn dei fratelli Taviani, Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, La prima notte di quiete di Valerio Zurlini. Sempre ruoli di confine, mai rassicuranti.

Negli anni ’70 furono i registi francesi a offrirle i ruoli più complessi e impegnativi della sua carriera: la moglie tradita di un affermato borghese, ne L’amante (1970) di Claude Sautet; la madre che ha un legame incestuoso con il figlio adolescente in Soffio al cuore (1971) di Louis Malle. Il teatro è stata una costante presenza nell’attività lavorativa di Lea Massari, dove debuttò nel 1960 con Due sull’altalena di William Gibson diretta da Arnoldo Foà. Nel 1962 è la prima Rosetta del Rugantino di Garinei e Giovannini, accanto a un indimenticabile Nino Manfredi, ad Aldo Fabrizi e Bice Valori.

A teatro, in televisione, al cinema, Lea Massari era presenza che scuoteva e lasciava un’eco persistente, senza mai cadere nella trappola della popolarità. Vinse due Nastri d’Argento e un David speciale, fu in giuria al Festival di Cannes nel 1975, interpretò Anna Karenina in una memorabile versione televisiva diretta da Sandro Bolchi nel 1974, definita dai critici la miglior Anna Karenina dopo quella di Greta Garbo. Ma fu anche una spettacolare Monaca di Monza ne I Promessi Sposi, e poi la sensuale Grušenka ne I fratelli Karamazov. Tutti ruoli femminili fuori dagli schemi che hanno lasciato un segno nell’immaginario popolare. Scelse di smettere quando capì che il tempo del buon cinema stava cambiando. L’ultima sua apparizione risale al 1990, in Viaggio d’amore accanto a Omar Sharif. Poi il silenzio.

Negli ultimi anni si era ritirata a vivere prima in Sardegna, poi a Sutri, vicino Viterbo: aveva scelto una vita schiva, accompagnata dalla musica (suonava la chitarra classica) e da un impegno civile costante in favore dei diritti degli animali. Aveva ereditato dal padre la passione per la caccia, ma era diventata animalista convinta dopo un incidente, quando aveva sparato a un cucciolo di lepre, che gli era morto tra le braccia. Negli ultimi tempi aveva venduto persino i suoi gioielli per sostenere le spese veterinarie degli animali che accudiva. Era un’artista che credeva nel peso della parola e nel valore del silenzio, un’attrice che parlava agli occhi più che alle orecchie.
Dopo una vita lontana dai riflettori, nel commiato è voluta restare fedele al suo stile: defilato, sobrio, lontano da qualsiasi retorica. Se n’è andata il 23 giugno 2025, a 91 anni, ma la notizia è stata data due giorni dopo, a funerali avvenuti in forma strettamente privata.

«Non ho mai avuto relazioni amorose sui set, né mi sono mai fatta aiutare da uomini compiacenti. Sono sempre stata, nell’ambiente dello spettacolo, una persona fuori dal coro»
FONTI: italiainforma.com – rainews.it





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