Una piccola luce, di Eduardo Savarese, è una fiaba, un racconto allegorico, un romanzo di formazione, una storia d’amore. Siamo in un’epoca imprecisata, dopo la Seconda Venuta di Cristo, che non ha portato pace e serenità al genere umano, ma caos e distruzione. Dopo la Seconda Venuta, infatti, il mondo è precipitato in guerre, disastri naturali, catastrofi di ogni genere, e tutto è cambiato. Bibo è un bambino di una decina d’anni, a quanto sembra, ma potrebbe averne anche cento: tutto è relativo, nel mondo in cui vive, anche lo scorrere del tempo. Non ricorda niente della sua infanzia, della sua famiglia, se mai ne ha avuta una: è cresciuto nell’isola della Grande Adozione, dove sono stati radunati tutti coloro che nei terribili rivolgimenti che si sono verificati hanno perso i genitori. Bibo ha un violino, una maglia rosa, un paio di orecchini di perle e una collana, una gatta nera di nome Susanna e una piccola lampada a olio. Con questo bagaglio parte per un viaggio attraverso le cinque città dei Sensi Ottusi, a portare la musica del suo violino, la piccola luce della sua lampada, nella speranza di lenire la sofferenza che attanaglia la gente che vi abita. Ognuna delle cinque città ha deciso di rinunciare a uno dei sensi: la scelta è stata presa dall’amministrazione cittadina in seguito a un evento tragico collegato col senso che si è poi deciso di azzerare. Quindi in seguito a un avvelenamento di massa la città di Salsi ha rinunciato al gusto, a causa del diffondersi di una malattia della pelle gli abitanti di Non Toccarmi hanno stabilito regole severissime che escludono il contatto fisico tra le persone, e così via. Il viaggio di Bibo tra le diverse città, ognuna infelice in modo diverso, ha lo scopo di aprire una breccia, di portare speranza, ma le aspettative del ragazzo vengono deluse, perché anche là dove sembra aprirsi uno spiraglio, si innesca una severa reazione da parte del potere che governa le diverse città.
Nel romanzo di Savarese le parti narrative, dal sapore fiabesco e dal forte simbolismo, sono supportate da vivide ed efficaci descrizioni dei diversi contesti, nei quali, sia pure in modo fortemente accentuato, possiamo riconoscere aspetti caratteristici del mondo in cui viviamo, e intervallate da inserti apparentemente estranei alla vicenda narrata (con la quale sul finale si ricongiungeranno), pervasi da un intenso lirismo. Un’opera quindi sfaccettata, nella quale si mescolano diverse tipologie e diversi stili, che l’autore padroneggia con maestria.





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