Di Luisa Zambrotta
Ipponatte, poeta greco vissuto nel VI sec a.C. aveva, secondo la tradizione, un aspetto fisico deforme: era gobbo e aveva un volto orribile.
Plinio racconta che lo scultore Bupalo, insieme al fratello Atenide, lo ridicolizzò rappresentandolo con fattezze ripugnanti in una raffigurazione (imaginem) troppo realistica e quindi offensiva. Non specifica di che tipo di effigie si trattasse, se di una scultura, una maschera, un dipinto, un disegno, ma parla solo dell’abilità dell’artista nel ‘mettere in mostra’, (Plinio usa il termine proposuere) i difetti dell’individuo in “ridentium circulis”, a gruppi di persone riunite per ridere.
La reazione del poeta non si fece attendere.
Usando l’arma che gli era più congeniale bersagliò Bupalo con giambi così aggressivi e beffardi da indurlo, si racconta, a impiccarsi.
Gli attacchi violenti e offensivi sono presenti in alcuni dei frammenti giunti a noi.
È un’aggressione che si avvale di molteplici mezzi.
C’è infatti la minaccia fisica:
“Tenetemi il mantello, che voglio fare un occhio nero a Bupalo…sono ambidestro e non fallisco il colpo”
e ancora:
“Bastonandolo su un prato, e frustandolo/ Con rami di fico e cipolle, come un capro espiatorio”
accanto all’insulto personale:
“l’incestuoso Bupalo”
e alla derisione delle sue abitudini:
“nelle viscere ha un trinciante, e mangia che è uno schifo!”
Per non parlare del tono di scherno con cui si rivolge alla levatrice che lo ha fatto nascere:
“quale tagliatrice di ombelichi ti strigliò il sudiciume e ti lavò, / tu maledetto da Zeus, mentre sgambettavi?”
e dell’augurio di sventure:
“Vi indurrò ad impiccarvi, come Licambe che negò sua figlia ad Ipponatte”
Il disprezzo per Bupalo è cosi incuneato nei suoi giambi, che appare anche in situazioni varie, come quella in cui il poeta viene sorpreso mentre è intento in un rapporto sessuale:
“…e io scopavo…
…tirandolo su come a seccare una salsiccia…
…che andasse in malora Bupalo…
e lei subito mi lasciò e io venni
ed eravamo alla fine della cosa
e io come ammainando una vela sgonfia
lascia abbassare il torrione del ventre…”





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