Senza una lacrima (Per Elisabetta) O libro di carne e storia di vita,Sarai deportata, figlia, Poesia mia,In candide e cartacee fasceSenza che io possa aver modoNé luogo né tempo né voglia d’arrendermiDi lottare, in questo lagerDi versare una sola lacrima per te [ BlogLink : Supera ]
O libro di carne e storia di vita, Sarai deportata, figlia, Poesia mia, In candide e cartacee fasce Senza che io possa aver modo Né luogo né tempo né voglia d’arrendermi Di lottare, in questo lager Di versare una sola lacrima per te
Mi fa paura! Le scelte letterarie ‘terroristiche’ andrebbero limitate a casi estremi, mi vien da ribattere. Quando mai la poesia può implicare conseguenze e situazioni di violenza esistenziale di tale incidenza? C’è un poeta in lager? Ombre di poetesse russe, iraniane o d’Albania? Ma perché questa condanna tracciata dall’autore-provvidenza, (così poco manzoniano peraltro), nei confronti di una dimensione che è comunque femminile? La poesiA, la figliA – e perdipiù una profezia di sciagura che traccia la disfatta con certezza…devo però dire che si imprime nell’immaginario, almeno con la forza mnestica di una canzonetta ….mi costringe a ribattere ‘rubando’ Campana…o Campanella?
Unacanzonettavolgarucciaeramorta E mi aveva lasciato il cuore nel dolore E me ne andavo errando senz’amore Lasciando il cuore mio di porta in porta ( La sera di fiera di Campana…
ed insisto a non maiuscolare americanamente tutto il titolo…)
Personalmente la parola “terroristiche” non la userei mai in riferimento alle parole di una poesia, e tantomeno quando una poesia è così vera, intima, sofferta intrisa di realtà come quella di Elena, e per la persona che è Elena. Forse dunque la vita è “terroristica”? Può essere, non sono così saggio da escluderlo, e se lo fosse, mettiamo il caso, rappresentarla è “terrostico”? Non sono così saggio, ma su questo non ho alcun dubbio. No.
Leggere più poesie di una persona che scrive il suo intimo aiuta a tracciare e comprendere la sua vita attraverso le sue parole, dolori, gioie, paure e qualsiasi altra cosa rappresenti la sua esistenza, rappresnti l’opera più grande, meravigliosa e complessa di Dio (o chi per lui, ognuno ha le sue convinzioni) ovvero l’essere umano.
Quello che io leggo in queste parole è tutto tranne che “terroristiche” anzi, Silvia, anzi.
Lascia un commento