Un bellissimo cavallo color miele dalla criniera color panna mi sceglieva, mi chiedeva di cavalcarlo. Io all’inizio avevo paura ma poi salivo e lo cavalcavo senza sella, provando un piacere e una libertà sensuali. Ero un po’ spaventata e incredula per tutto il tempo. Eppure, volevo.
Il giorno successivo scoprivo che avevano portato il mio cavallo al macello perché era troppo libero. Un’assessora mi diceva, in tono deciso e crudo, che era la cosa da fare e io piangevo, urlavo che aveva un nome, non se ne potevano fare polpette, ma sapevo che ciò che doveva accadere era accaduto. Non potevo più fare nulla.
Il giorno prima temevo ancora tutta quella libertà, ora la rimpiangevo.
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