La profonda e veloce accelerazione di benessere che abbiamo vissuto in questi ultimi 60 anni può far pensare che in fondo non ci possa essere un limite al “godimento assoluto” che ricerchiamo. Esperti più o meno competenti ed affidabili ci suggeriscono come diventare ricchi e godere di quei beni (ristoranti, auto, chirurgia plastica ecc.) un tempo appannaggio dei pochi ma che oggi possono, potrebbero diventare realtà. Il denaro sembra essere l’unico mezzo per stare davvero bene e la “cifra” del nostro valore

Vogliamo stare bene, molto bene, e siamo alla ricerca di un benessere che appare sempre sfuggente, che arriverà con un obiettivo da raggiungere o che ci possa essere “donato” da qualcuno.

Ciascuno scende a compromessi tra la vita che ha e quella che vorrebbe, tra la consapevolezza di stare abbastanza bene ed il desiderio di qualcosa di più dal destino, dal partner, da un “successo” che regali ben-essere… tutto questo rischia di creare un nucleo di disagio, quella tristezza di fondo che deriva dall’insoddisfazione perché non si ha ciò che si desidera, non si è ciò che si è sempre sognato.

Eppure molte persone non hanno nulla se non la felicità autentica dell’esistere…

Stiamo sbagliando qualcosa?


[ BlogLink : Uomini in cammino… ]

7 risposte a “Mauro Cason – Godimento assoluto”

  1. Caro signor Cason,

    Forse, più che sbagliando, stiamo un po’ esagerando; personalmente arrivo dalla “linda povertà” degli anni post guerra, dove pur senza un soldo,  c’era l’orgoglio del “dignitoso”, del non fare brutte figure, dell’onestà.

    Valori rimasti e che mi fan vivere ora, con giusta misura, un relativo benessere che lascia senza pensieri la vecchiaia.

    L’errore di sicuro commesso è stato quello, una volta raggiunta la prosperità, di aver gettato alle ortiche i valori.

    Perché? Perché non comprendere che prima dei soldi vengono i valori?

    Mi creda, ancora oggi, ho nostalgia di quella “linda povertà”.

    Serene feste a lei e a tutti.

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  2. “Se camminiamo con il sole alle nostre spalle, l’ombra va davanti a noi e non possiamo raggiungerla mai per quanto corriamo. Se camminiamo verso il sole, l’ombra ci segue.
    Il grande problema della società moderna è la cultura della mancanza, ci manca sempre qualcosa per essere felici e intraprendiamo la ricerca materiale, spirituale, psicologica di qualcosa che deve accadere in futuro, qualcosa di portentoso o magico che spenga la sete. In nessun luogo o manuale è indicato che siamo già ciò che cerchiamo e che ogni ricerca è un inganno, un miraggio senza fine. Possiamo trovare solo ciò che cerchiamo se lo portiamo dentro. Siamo sempre completi e perfettamente trovati. Esistiamo.”

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    1. una riflessione straordinaria che condivido. sei controcorrente e va bene così. un sorriso

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  3. grazie per il suo prezioso contributo Teresio… difficilmente si tornerà ai suoi tempo ma lei ne è testimone prezioso. buone feste.

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  4. Forse il dare al possesso (di cose, status sociale ecc) lo scopo principale del vivere, relegando in secondo piano tutto il resto…

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  5. Analisi condivisibile sul nostro scontento, non godere di quello che abbiamo ci rende depressi, interessante, molto la lettura del blog link “Uomini in cammino”.
    La donna che riempiva di critiche ovunque invecchia e non si accetta.
    Se fosse stata protesa nell’accogliere l’altro prescindendo dai difetti fisici, sarebbe in pace col suo corpo e la sua età’.
    Grazie per aver trattato un argomento complesso e che riguarda molti di noi🐈‍⬛❤️🐈‍⬛🌹

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  6. Ancora due righe per dire che sono consapevole e nello stesso tempo confortato del non ritorno  della “linda povertà” che conteneva fatiche, privazioni, tante sofferenze. 

    E per rimarcare che anteporre i valori al denaro, che declina anche con: arrivismo, potere, prestigio, ambizioni etc., aiuta a non cadere, come lucidamente afferma  “lonelybluecrow” “…nella cultura della mancanza…” e forse aiuta anche a dissetare quelli  a cui nessuna fonte toglie l’arsura.

    Insomma, il mio, modesto tentativo di dialogo fra generazioni.

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