“Se avessi avuto
La tua testa…”
Seduto contrito su un muretto
In un cappotto stretto
Scacciando il freddo
Come fosse un insetto
Milano pratica
Solo autoerotismo
E tu credi
Ti stia dando un figlio
E mi servirebbero vestiti
Nuovi
Tutto addosso mi è liso
Tutto mi è sfatto
Impreciso
È pieno di gente
Splendente attorno
E mi servirebbero occhiali
Da sole
Mi chiedo se puzzo
Di camino
Mi annuso l’ustione
Sul dorso della mano
Se puzzo di pomata
Emolliente
Di hamburger e verdure
Lesse
Se puzzo di brodo
Di gallina
Di birra
Di sapone di Marsiglia
Di orrore stagnante
Della provincia
Ognuno di loro
Ha almeno un sacchetto
Con la sua nuova
Autostima dentro 
Per fare centro
Ad ogni colpo
Nuovi
Illuminati da dei Fresnel
Su una montagna di fragole
Più scalatori di Messner
Io sotto i piedi
Non ho niente
Io in mano non ho
Mai avuto niente
A parte la copia autentica 
Di una licenza
Di maestro d’arte
Perchè l’originale
Dissero che non era
Ancora pronta
Mi dissero di tornare
A prenderla
E non tornai
Mai
Non mi cercarono
Non li cercai 
Tanto a nessun datore
È mai fregato nulla
Non me la chiesero
Del resto non mi presero
Resto ancora dietro
Le quinte
Fino che non serrano 
Le tende.
“Se io avessi…
Ahhh se io avessi
La tua testa…”
Mi servirebbero vestiti
Trendy
Morbidi come gli altri
Come Bugs Bunny
Milano è un panda
Tu sei bambù
È un pelo tardi quando
Non ti piace più
E dovrei avere un gusto
Nuovo
Per interposta persona
Ideali per
Moda
Come un call center
Ripetere roba
Una spina di rosa
Nel cuore che tanto
È di gomma
Sento d’improvviso il bisogno
D’aspirare una dose
Di morte
L’accendo con gusto
Soffio il fumo nasconde 
Questo scorcio che chiamano
Vita
A volte anche peggio
Libera.
Quando mi dici
“Verrei lì”
Sorridendo come fai
Imbarazzata ogni volta
Come non mostreresti mai
Sento che forse
C’è ancora un piccola
Fottuta
Speranza.
“Se avessi avuto
La tua testa
Non hai idea di dove
Sarei ora.”
Ha detto.
“In una fossa.”
Ho detto.
Torno verso casa e
Non ho preso niente
Penso che forse
Con un colpo di ferro
Da stiro
Ogni vestito
Tornerà decente
Ma lo faccio da un po’
So bene che non serve
Alla stazione c’è un cartellone
Pubblicitario
Con sotto un barbone
Sdraiato
Con un tizio e una tizia
Stampati sopra
Sembrano in forma
Mangiato sano
Fanno attività motoria
Prevenzione
Ascoltano l’informazione
Hanno i pannelli solari
Sul tetto di casa
L’auto elettrica
La casa domotica
L’assicurazione privata
Dicono sempre
La cosa giusta
Con le facce perfette
Il sorriso convincente
Lui la postura da vincente
Lei un bel paio di tette
Tutto è poliammide
Solitudine
Vacuum
A parte
Il cachet.

9 risposte a “Post-Cit. Cachet by Simon James Terzo”

  1. “Ha almeno un sacchetto
    Con la sua nuova
    Autostima dentro” Bravo! Saludos Juan

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  2. […] Post-Cit. Cachet by Simon James Terzo […]

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    1. E Tu scrivi con un ritmo affabulatorio come cascata che ti rapina e ti porta giù. A me piace molto

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      1. È il mio ritmo (non solo nello scrivere, questo come neutra constatazione) ma questo tuo intenderlo e seguirlo fin giù nel mio scorrere scrivendolo è davvero un apprezzamento che ricevo con molto piacere. Grazie Eletta 🙏🏻

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      2. … il tuo bel linguaggio poetico. (sempre più bravo, si vede che dedichi più cura alla tua poesia)

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      3. Mi fa piacere sapere che noti questa cosa, anche perchè io non me ne accorgo davvero, mi sembra sempre di scrivere nello stesso modo, quindi mi dai uno spunto su cui riflettere. Grazie per le tue belle parole 🙏🏻

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      4. Sempre prima Grazie a te, sei tu che scrivi e mi fai leggere poesie belle.

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      5. D’accordo, mi arrendo davanti a questi fatti incontestabili, non di meno però, in intensità e sincerità, il mio grazie va a te, sei tu che le leggi e le comprendi.

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