Di Pina Bertoli

Perché regalare un libro (o più di uno) a Natale? Ecco 5 buoni motivisi incarta facilmente, ha un costo contenuto, si regala un’esperienza, si sostiene l’industria della cultura (meglio se acquistando in una libreria indipendente), e, se si sceglie un libro edito da una casa editrice indipendente, si contribuisce alla pluralità di scelta qualitativa e un po’ meno alle logiche di mercato.

Se volete regalare un libro ad una/un amica/o che sta per fare un viaggio, vi suggerisco di sbirciare nella sezione Paesi che ho visitato leggendo dove li troverete divisi per destinazione nei post Viaggi letterari, oppure elencati in ordine alfabetico per Paese.

Se preferite libri di un genere particolare, tipo storico, di formazione ecc., o con ambientazioni particolari, tipo appunto il Natale, o Capodanno, allora vi suggerisco di sbirciare nella sezione Generi letterari.

In questo post vi suggerisco alcune tra le ultime novità letterarie che magari i vostri amici booklovers ancora non hanno acquistato e che, dunque, vi permettono di non regalare doppioni. Pronti a scoprirli? Eccoli:

Ricco e stratificato, La suite è un racconto struggente e avvincente che cattura l’essenza della vita urbana moderna e cosa sono disposte a fare le persone per recuperare un senso di controllo e di significato nella loro vita.
È una mattina apparentemente normale quando Maju, una tata, sale su un autobus con Cora, la bambina di cui si prende cura, e scompare. Il rapimento, un atto tanto impulsivo quanto estremo, innesca una catena di eventi che sconvolgeranno ogni aspetto della vita di chi la circonda. Il rapimento non nasce da una premeditazione, ma da una combinazione di frustrazione e desiderio di liberazione dalle gabbie invisibili in cui sente di essere intrappolata. Fernanda, la madre di Cora, è una dirigente di successo, frustrata perfezionista, talmente presa dalla sua crisi personale che inizialmente non si accorge della scomparsa della figlia. Il suo matrimonio con il marito, Henrique, è teso e lei trova conforto in una relazione extraconiugale, allontanandosi ulteriormente dalla famiglia. Henrique, apparentemente presente ma emotivamente distante viene sopraffatto dalla complessità della loro vita domestica e rimane emotivamente alienato. Mentre Maju naviga per le strade di San Paolo con Cora, l’“armata bianca” di tate, termine coniato da Fernanda, sembra osservare ogni sua mossa, aumentando il suo senso di paranoia e di urgenza. La narrazione di Madalosso scava in profondità nella psiche umana, esaminando i temi del senso di colpa materno, delle aspettative della società e della ricerca dell’identità personale.


Dopo tanta attesa, Valérie Perrin, straordinaria narratrice delle nostre vite, firma il suo grande ritorno con un romanzo raffinato in cui si intrecciano destini e trame palpitanti. Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità.

Colette era una donna senza storia, o almeno così crede la nipote fino a quando una telefonata della polizia non la informa del suo decesso. Il fatto è che Colette, la sua unica zia, giace sepolta al cimitero già da tre anni…Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta?
È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.


Mariana Leky è un’autrice che mi piace molto; di lei ho letto e recensito qui sul blog Quel che si vede da qui e La confezionista. Esce ora il suo nuovo ed attesissimo romanzo.
La protagonista di Pronto intervento lavora part-time in un negozio di animali. Vive con Sylvester − un tempo suo compagno e ora coinquilino −, un rubacuori che frequenta la vicina di casa… Per il suo compleanno ha ricevuto in regalo un paio di orecchini da Jeromin, un uomo che potrebbe essere perfetto se non stesse cercando di rimpiazzare un amore che non c’è più. Poi una sera Matilda bussa alla porta dell’appartamento per cercare riparo. Con sé porta il cane più grande del mondo e anche una paura profonda che la attanaglia e le impedisce di fare qualsiasi cosa. I due la prendono sotto la loro ala protettiva e si forma così un trio unito dalla necessità e dall’affetto…
Mariana Leky riesce a far sembrare questa battaglia contro vertiginosi mulini a vento una commedia cinematografica: un romanzo sul panico e altri tormenti tanto divertente quanto commovente. Una storia che parla di amicizia, paura e amore: un kit di pronto intervento per le insidie della vita quotidiana.


Un romanzo che mette a nudo le ipocrisie del nostro tempo e le contraddizioni di una cultura che ostracizza chi non vi si conforma.
Candidato nel 2021 al Prix Goncourt, Prix Femina e Prix Renaudot. Vincitore del Prix Maison Rouge e del Prix de Flore.
Jean Roscoff è un ex docente di Storia della Guerra Fredda, neopensionato, divorziato di fresco, ex-moglie in carriera, figlia lesbica e fan del wokismo. Un passato di fallimenti alle spalle, una carriera accademica mediocre, sclerotizzata nella sua routine, alcolista. Una volta in pensione, Roscoff cerca riscatto scrivendo un libro su Robert Willow, poeta e musicista americano vissuto in Francia negli anni ’50, poi ritiratosi in campagna a Étampes, infine dimenticato dalla storia. La pubblicazione del libro scatena una bufera mediatica senza precedenti che Roscoff, figlio di un’altra epoca e ignaro dei mutamenti avvenuti nel frattempo in tutto il mondo, non riesce a spiegarsi: viene accusato, tra le altre cose, di appropriazione culturale e si ritrova travolto da attacchi sui social, vandalismi e isolamento sociale, venendo spinto a confrontarsi con le nuove dinamiche sociali e con le conseguenze delle sue azioni.


Per chi ama i thriller e le atmosfere sotto zero…
Polo Nord. Anna Aune, ex soldato delle forze speciali, si unisce a una missione scientifica isolata nel gelo artico. Durante la notte di Ognissanti, un razzo di segnalazione proveniente da una base di ricerca squarcia l’oscurità. Anna e il professor Zakariassen sono costretti a intervenire. Quello che trovano è terrificante: i corpi congelati di alcuni scienziati, uccisi da qualcuno che si nasconde tra i ghiacci. Una tempesta di neve incombe, escludendo ogni possibilità di fuga. Intrappolata nella base, Anna dovrà scoprire chi è il killer prima che colpisca di nuovo. Ma c’è di più: sotto la superficie ghiacciata si nasconde qualcosa di inestimabile, per cui qualcuno è disposto a uccidere.


Colwin, Felici tutti i giorni.
Immaginate le case eleganti dell’Upper West Side, i viali frondosi di Central Park, dei giovani brillanti e agiati; immaginate tutto questo raccontato con la voce gioiosa di una scrittrice miracolosamente in grado di mettere in scena una storia d’amore felice senza rinunciare alla profondità di sguardo e alla precisione del ritratto sociale e psicologico.
Pubblicato negli Stati Uniti nel 1978, Felici tutti i giorni è una commedia sentimentale in cui al posto dei cliché romantici c’è un realistico ottimismo: la storia di due amici, Guido e Vincent, innamorati di due ragazze, Holly e Misty, che nel ricambiarli li costringono a misurarsi con le loro personalità: concrete, volitive, intraprendenti, spesso spiazzanti. Sono quattro esseri umani intelligenti e onesti, talentuosi e fortunati: ma anche per loro la felicità non sarà una conquista istantanea, bensì il frutto del quotidiano confronto con la persona amata. Popolato da un’esilarante galleria di personaggi secondari, animato da dialoghi perfetti, punteggiato di illuminanti osservazioni sull’amore, questo romanzo è un esempio magistrale di leggerezza senza banalità.


Questa è l’incredibile storia vera della prigione più inespugnabile della Germania nazista. Un castello, quello di Colditz in Sassonia, che nel corso dei secoli era stato fortezza medievale, residenza di caccia, sanatorio, sede di gruppi paramilitari, e che infine, durante la Seconda guerra mondiale, fu per quattro anni campo di prigionia per ufficiali alleati ad alto rischio di fuga.
Così all’interno di quelle mura – a strapiombo su un fossato oltre il quale comunque non c’era la libertà, ma chilometri e chilometri di terra tedesca – si creò una specie di “università dell’escapismo”, un microcosmo di persone con un unico obiettivo: l’evasione. Ciò, tuttavia, non si tradusse mai in vera e propria unità: ciascun gruppo nazionale, nei pochi anni in cui Colditz fu il campo di massima sicurezza Oflag IV-C, tentò la fuga decine di volte, sovrapponendo gallerie a gallerie, tentativi a tentativi, al punto che si rese addirittura necessaria l’istituzione di un «comitato internazionale per l’evasione», il solo a essere informato di ogni singolo piano, di cui gli spettava specifica autorizzazione. Dei numerosissimi tentativi attuati, in realtà, solo pochi andarono a buon fine, e tutti all’insegna di una certa assurdità: ci fu chi si nascose tra la folla di ritorno da una partita di calcio, chi viaggiò otto giorni in sella a una bicicletta rubata, chi scappò cucito all’interno di un materasso pieno di paglia marcescente.
Con Prigionieri del castelloBen Macintyre ci conduce dietro le quinte di un’intrigante storia del Novecento per offrirci il ritratto di un gruppo di uomini eroici ma fallibili, che pur prigionieri replicavano gli schemi classisti e gli antagonismi della società pre-bellica; il libro definitivo sul mito di Colditz.


Inghilterra, Cambridge: il rifugiato politico Brani Tawo, perseguitato dal regime turco e dall’insonnia, è alla ricerca di una vecchia macchina fotografica. Quasi un secolo prima era stata impugnata dal Fotografo Tataro, l’uomo che aveva ritratto la gente del villaggio curdo sull’altopiano di Haymana, dove aveva vissuto la famiglia di Brani Tawo. Varcare la soglia del negozio di antiquariato The Western Front cambierà la sua vita: è lì che il protagonista conosce Feruzeh, dottoranda di origine iraniana, con cui condivide lo sradicamento, la passione per le parole e il dolore della memoria ferita. A popolare il mondo di Brani Tawo tornano le antiche vicende di orsi e pastori, fulmini e flash, libri di presagi, specchi e alberi di mele. E tutti quegli enigmi del destino che Sönmez sa rimare come le strofe di una ballata che onora i vivi e i morti. Ma, inaspettatamente, Feruzeh deve tornare in Iran: per Brani Tawo è arrivato forse il momento di partire per una nuova ricerca… 
Gli innocenti è il romanzo dell’esilio di Burhan Sönmez, un caleidoscopio di figure “che cercano la strada nel buio” e ci ricordano come siamo il mosaico di tutte le storie vissute, passate e presenti.


Se avete amici amanti degli animali, sicuramente apprezzeranno questi racconti.
In un’atmosfera di quiete apparente, una donna convive pacificamente con una scimmia, finché cala la notte e i confini tra la realtà e l’immaginazione si dissolvono, rivelando un pericolo in agguato. Una dogsitter porta a spasso un gruppo di cani e loro, mentre passeggiano, filosofeggiano intorno alla routine, la memoria e la morte. Partendo da una comune sensazione di tristezza, due musicisti raggiungono un’armonia perfetta, come se il destino ineluttabile di un pianoforte e di un violino fosse inscritto in quell’unione unica. Di fronte alla possibilità di adottare un nuovo cucciolo, una donna esita, si sente vecchia, ma ricorda in una sorta di catalogo affettivo tutti i cani che l’hanno accompagnata nel corso della vita. Forse un nuovo inizio è ancora possibile.
Alejandra Kamiya compone una raccolta di racconti che esplora il legame tra l’uomo e l’animale, tra il quotidiano e l’onirico, tra ciò che viene detto e ciò che viene solo suggerito. Ed è proprio in questi interstizi che la sua forza narrativa esplode, non in modo smaccato, ma con il sicuro pudore di una goccia d’acqua che attraversa ogni superficie.


Per gli appassionati che hanno amato La saga dei Cazalet, Fazi pubblica il romanzo d’esordio di Elizabeth Jane Howard, in cui l’autrice svela già tutto il suo talento per la scrittura. Critica pungente verso l’educazione delle ragazze borghesi dell’epoca e ritratto di una giovane donna che lotta per ritagliarsi il proprio posto nel mondoUna vacanza incantevole racconta in maniera impeccabile il desiderio, l’eccitazione e il commovente melodramma dell’adolescenza.
La protagonista di questo romanzo è una ragazza come tante. Sedici anni, figlia di un compositore squattrinato, non conosceremo mai il suo nome, ma capiremo presto quanto si sforzi per trovare una propria identità, nonostante l’opaco destino già tracciato che la lega alle sue coetanee. Siamo nella Londra di inizio Novecento, e lo spazio vitale riservato alle ragazze perbene è rigidamente delimitato dalle mura domestiche. Ma a spezzare una routine quotidiana noiosa e avvilente arriva un invito inaspettato: la ragazza trascorrerà le vacanze di Natale nella dimora di campagna della famiglia Lancing. Per la prima volta potrà viaggiare da sola, per la prima volta assaporerà la libertà. L’atmosfera che si respira a casa Lancing è molto diversa da quella a cui è abituata: profumo di fiori, conversazioni brillanti, lunghe ore di ozio e lauti banchetti allietano le giornate; e poi c’è Rupert Laing, che la stuzzica suscitando in lei dei sentimenti mai provati prima. Una volta tornata a casa, non sarà facile affrontare di nuovo la normalità, soprattutto con la guerra imminente, che porterà con sé le prime amarezze della vita adulta.


Ecco dunque un ventaglio di libri tra cui potreste trovare il suggerimento giusto per i vostri regali libreschi.

4 risposte a “10 libri da regalare a Natale 2024”

  1. Davvero complimenti signora Bertoli, spettacoloso questo suo blog sui libri, chiaro, illuminante, convincente e condivido appieno il suo consiglio:

    …e, se si sceglie un libro edito da una casa editrice indipendente, si contribuisce alla pluralità di scelta qualitativa e un po’ meno alle logiche di mercato...”

    E’ infatti nelle cosiddette case editrici minori tipo Fazi / EO e tante altre che si scoprono letture sorprendenti!

    Grazie

    Serene feste natalizie

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  2. Grazie! Pina, buon natale! Juan

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