Siamo arrivati qui, oggi ancora, a sperimentare la banalità della nostra esistenza, nella fatica di trovare ideali per cui vivere, valori che ci rendano fieri di esistere.

Donne e uomini di altri tempi hanno lottato per sentirsi parte di qualcosa di più grande, per sentirsi vivi e necessari, per sopravvivere e resistere… ma da decenni la cultura occidentale, dopo le grandi conquiste del secolo scorso, cammina guardando i propri piedi, e noi con essa. Gli orizzonti sono stretti, vicini, legati al momento e all’immediatezza che come una boccata di fumo dura qualche istante.

Cerchiamo attimi di speranza e gioia nelle storie di tutti i giorni, nello svegliarci e nel fare una doccia per non pensare… siamo in contatto gli uni con gli altri come reti neurali ma sta scomparendo il tempo della lentezza e del silenzio, dello stare assieme in un abbraccio: ci sentiamo fragili e mutevoli come nuvole… noi a dimenarci come girini in uno stagno, pensando davvero di essere eternità.

A volte vorresti un luogo sicuro ed accogliente dove vomitare quel dolore che avvolge i pensieri e le sensazioni, un vento che dirada la nebbia, tornare finalmente a vedere il sole e farsi accarezzare le palpebre chiuse, mentre un sorriso tenue si accende, inconsapevole, sul viso.


[ SiteLink : Uomini in cammino… ]

2 risposte a “Mauro Cason – “Per quanto tempo è per sempre?”, chiese Alice. “A volte, soltanto un secondo” rispose il Bianconiglio.”

  1. Poi, tuttavia, il sole riemerge, dalla notte o dalle nuvole temporalesche.

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  2. Una riflessione su un occidente che poteva essere faro , ora un faro spento e siamo persi.
    😣

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